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e-mail Raffaella.manfredini@libero. it
Mi presento…
Mi chiamo Raffaella Manfredini e sono nata il 12 ottobre 1972 a Ferrara, città dove risiedo tutt’ora e dove ho svolto la maggior parte della mia attività professionale.
e-mail Raffaella.manfredini@libero.
Mi presento…
Mi chiamo Raffaella Manfredini e sono nata il 12 ottobre 1972 a Ferrara, città dove risiedo tutt’ora e dove ho svolto la maggior parte della mia attività professionale.
Fin dalle scuole
superiori ho iniziato a nutrire particolare interesse per la Psicologia,
indirizzando i miei studi al Liceo Socio-psico-pedagogico e conseguendo il
diploma di maturità Magistrale quinquennale nel 1991.
Nel 2001 mi sono
laureata in Psicologia, indirizzo Clinico e di Comunità, presso la Facoltà di
Psicologia di Padova portando una tesi sul disturbo narcisistico di personalità.
Sono iscritta all’Ordine
degli Psicologi della Regione Emilia-Romagna dal 2004 con n° 3741.
A gennaio 2011 ho
iniziato la mia formazione in psicoterapia presso l’Istituto Società Italiana di
Biosistemica, sede didattica di Bologna (Direttore Prof.Maurizio Stupiggia),
conseguendo a marzo 2016 il titolo di Psicoterapeuta Biosistemico.
Da maggio 2016 il
mio nominativo è annotato nell’elenco degli Psicoterapeuti.
Dalla
Psicologia…
La mia esperienza
professionale in qualità di Psicologa è iniziata nel marzo 2003 presso il Ser.T
del Distretto Sud-Est, sedi di Codigoro e Portomaggiore, attraverso contratti
libero-professionali volti alla realizzazione del Progetto “Prevenzione alcool
e nuove droghe sulla popolazione giovanile scolastica e delle scuole guida,
aggregazionismo sportivo e associazionismo del terzo settore”.
L’intervento,
mirato ad incrementare il grado di consapevolezza dei giovani nei confronti del
consumo di bevande alcoliche e droghe in genere e a ridurre i rischi associati
allo stesso, ha coinvolto anche le figure educative, genitori e insegnanti,
tramite incontri di sensibilizzazione e formazione.
L’esperienza di
collaborazione con l’Azienda USL di Ferrara ha avuto continuità sino all’estate
2010, consentendomi di approfondire molte tematiche legate ai comportamenti
e stili di vita adolescenziali, comprendendo, oltre al Progetto già menzionato,
attività di prevenzione e contrasto del fenomeno del bullismo e l’apertura
di un Punto di Ascolto e Consulenza presso gli Istituti Superiori del Polo
Scolastico del Lido degli Estensi e di Argenta.
Parallelamente,
dal 2003 al 2006 ho svolto attività di docenza a favore dell Istituto di Stato
per i Servizi Alberghieri e della Ristorazione”Orio Vergani” di Ferrara, in
relazione ai Moduli “Ricerca attiva del lavoro” e “Tecnica di
relazione e comunicazione”.
A partire dal
dicembre 2012 la mia professionalità si è indirizzata maggiormente al versante
clinico, grazie al conferimento di un incarico tutt’ora in corso per attività libero-professionale
da parte della Public Sollievo Società Cooperativa Sociale con sede in Milano.
Incarico svolto presso la Quisisana di Ostellato a favore del Nucleo Gracer,
struttura che gestisce gravissime disabilità acquisite in età adulta e a
favore della CRA accreditata AUSL di Ferrara.
All’interno di
questo contesto il mio intervento comprende attività di sostegno psicologico
rivolta agli utenti e ai familiari, supervisione e azioni di supporto e
prevenzione del burn-out dirette agli operatori, partecipazione agli incontri
interdisciplinari e alle riunioni di équipe di struttura al fine di assicurare
l’integrazione delle prestazioni sanitarie e assistenziali e assicurare la
valutazione multidimensionale degli utenti programmando e verificando i piani
individuali di assistenza, infine, promozione di specifiche iniziative di
formazione, supporto o auto-mutuo aiuto dedicate ai familiari degli ospiti.
ALLA
PSICOTERAPIA BIOSISTEMICA
Lavorare con
persone affette da gravi disabilità (Sclerosi Multipla, SLA, esiti da ischemie,
tetraplegia conseguente a incidenti) mi ha portato e mi porta ancor oggi ad
affrontare tematiche esistenziali di grande spessore ma altresì molto complesse
e delicate.
La condizione di
disabilità acquisita in età adulta comporta uno stravolgimento nella vita della
persona interessata, presupponendo la necessità di elaborare un vero e proprio
lutto rispetto alla situazione esistenziale precedente e al proprio status di “individuo
in salute”.
La disabilità è di
per sé “perdita”, perdita della propria autonomia, dell’immagine di sé e di sé in
relazione agli altri, del proprio lavoro, della propria casa. Tutto ciò porta
inevitabilmente a vissuti depressivi, stati d’ansia, rabbia, dolore e vergogna.
L’attacco della
disabilità compromette l’individuo in tutte le sue funzioni: corporea,
cognitiva, emotiva e relazionale. L’aspetto della cura deve comprendere tutti
questi aspetti, applicando un intervento a carattere multidisciplinare che vada
a interessare la persona nella sua interezza.
L’interesse
crescente verso la persona intesa nella sua globalità e complessità mi ha
portata ad avvicinarmi sempre più alla psicoterapia corporea e ad
iscrivermi al programma di formazione quadriennale, da gennaio 2011 a dicembre
2014, presso l’Istituto Società Italiana di Biosistemica S.I.B, sede didattica
di Bologna, riconosciuta dal Ministero dell’Istruzione con d.m N° 509 del
12/02/2012.
La Biosistemica
rappresenta un sistema terapeutico aperto, caratterizzato dall’integrazione di
concetti e metodi derivati da molte fonti, nasce negli anni ottanta prendendo
spunto dagli studi della Bioenergetica, dalla corrente della psicologia
umanistico esistenziale, dalla psicologia fenomenologica, dalle idee di Laing e
Cooper, attraverso un’integrazione delle ricerche in campo neurofisiologico. E’
un percorso che apre strade di grande interesse, attraverso l’attenzione al
corpo e alla concretezza della neurofisiologia.
Lo scopo ultimo è
dato dallo sviluppo del potenziale umano e dal miglioramento della condizione
di benessere psicocorporeo e sociale della persona. Persona che in questo
approccio terapeutico diventa la “protagonista” della propria esperienza emotiva
e delle trasformazioni cui essa va incontro.
Il modello
biosistemico ha un orientamento fenomenologico all’esperienza, è infatti
interessato a ciò che accade e mentre accade, nel “qui e ora”.
All’interno di
questa modalità di osservazione e di intervento il corpo assume un ruolo di
primaria importanza, corpo inteso come luogo di sensibilità e consapevolezza.
La Biosistemica
considera l’unità mente-corpo come fondamentale ipotesi di lavoro e l’emozione
come altamente rappresentativa di tale unità.
Il risultato di
tutto ciò e che di fronte alla sofferenza emotiva che la persona porta in
terapia diviene fondamentale considerare sia la componente verbale che la
componente corporea.
Il cammino di
crescita di una persona può essere minato da vari “incidenti di percorso” come
fallimenti, perdite, traumi, frustrazione di desideri, bisogni impediti, eventi
particolarmente stressanti come una malattia grave, che portano disagio e
sofferenza emotiva, che a loro volta determinano segni di squilibrio o di frattura
a livello corporeo . L’osservazione clinica ci mostra come il corpo divenga una
sorta di deposito di eventi traumatici avvenuti nell’infanzia che, per via
della memoria stessa del corpo, continuano a generare sofferenza in età adulta.
Esiste dunque una
precisa correlazione tra blocchi emozionali (emozioni non concesse
quindi difensivamente rimosse) e tensioni muscolari (che servono proprio
a non sentire) e le corazze caratteriali hanno un’importante componente
somatica.
Le nostre emozioni
costituiscono la parte più delicata e profonda della nostra personalità e
comprendono emozioni “scomode” come la
rabbia, la paura, il dolore, la vergogna, di difficile riconoscimento,
accettazione e gestione.
Le tensioni
emozionali irrisolte generano spesso sintomi fisici e altrettante contrazioni a
livello muscolare, costringendoci a vivere in una condizione continua di paura
e di blocco, generando scompensi a livello energetico e a livello di
espressione spontanea e creativa, con inevitabili conseguenze sulla percezione
del proprio benessere.
Il lavoro
terapeutico nell’approccio psicocorporeo mira a riconnettere questi livelli
incrementando il grado di comprensione e di consapevolezza, aumentando la
capacità di affrontare e tollerare l’antico dolore e riportando la persona ad
una condizione di equilibrio funzionale, allo scopo di aiutarla ad affrontare i
suoi problemi esistenziali. Tale equilibrio
deve interessare il sistema-persona nella sua totalità, costituita dall’intreccio
fra mente, corpo ed emozioni.
Attualmente
svolgo la mia attività libero-professionale presso la struttura “Quisisana “ di Ostellato e presso lo Studio
di Psicologia sito in via Contrada della Rosa 18/b. Avvalendomi di tutte le
conoscenze ed esperienze consolidate durante il mio percorso formativo e
professionale mi occupo di stati d’ansia, depressivi, attacchi di panico e
processi di elaborazione del lutto.
In Studio ricevo
adolescenti e adulti ed effettuo percorsi di psicoterapia individuali e di
coppia, improntanti sul modello psicoterapico biosistemico.
Oltre al
colloquio utilizzo metodi e tecniche psicocorporee e uno strumento particolare,
la “FotoTerapia psicocorporea” (tra il 2015 e il 2016 ho infatti approfondito
la mia formazione partecipando al corso intensivo in tecniche psicocorporee
applicate alla FotoTerapia, diretto dal Dottor Riccardo Musacchi).
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